Arte e solidarietà: sono questi i due “binari” lungo i quali, lo scorso 30 novembre, si è svolto Il Bel Viaggio, charity dinner organizzata con il prezioso sostegno di Fondazione Italiana Accenture a favore di Progetto Itaca Milano.
La serata di raccolta fondi, giunta alla sua terza edizione, si è tenuta ancora una volta nell’affascinante cornice de I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, installazione permanente al Pirelli Hangar Bicocca. I 500 ospiti della serata hanno “viaggiato” attraverso diverse forme d’arte. Breath Ghosts Blind, la mostra personale di Maurizio Cattelan, li ha portati attraverso una simbolica rappresentazione del ciclo della vita. Il virtuosismo di due giovani musicisti – Giovanni Andrea Zanon e Giacomo Menegardi – li ha guidati nel magico universo della musica.
Le immagini e i video proiettati su un grande e suggestivo totem luminoso li hanno avvicinati alle attività di inclusione sviluppata da Progetto Itaca con Fondazione Italiana Accenture.
Ed era proprio questo il fine ultimo della serata: un “viaggio emozionale” per promuovere una cultura inclusiva verso la salute mentale e fare di questa un tema di riflessione e mobilitazione sempre più centrale e condiviso.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale celebrata lo scorso 10 ottobre la rivista Lancet ha pubblicato uno studio quanto mai allarmante. Gli autori della ricerca hanno realizzato una revisione sistematica di dati raccolti in 214 Paesi nel mondo: secondo le prime stime, nel 2020 si sono registrati 53 milioni di casi in più di depressione maggiore (+ 28 per cento) e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia (+ 26 per cento) strettamente collegati alla pandemia. Un prezzo particolarmente alto è stato pagato dall’universo femminile: sul totale dei casi, le donne colpite dalla depressione sono state 35 milioni; 52 milioni, invece, quante hanno sofferto di disturbi d’ansia. E la pandemia non ha risparmiato nemmeno i più piccoli: secondo un sondaggio condotto da Save the Children su oltre 13.000 bambini in 46 Paesi nel mondo, l’83 per cento avverte un aumento dei sentimenti negativi e tra i minori sono in crescita i livelli di depressione, ansia, solitudine e autolesionismo. L’impatto del Covid-19 sul benessere psichico è stato devastante a livello mondiale e necessita di una nuova attenzione. Perché ciò che ancora oggi non riusciamo a percepire chiaramente sarà purtroppo sempre più evidente nel prossimo futuro. Ancora più importante e urgente è dunque il lavoro che, da più di 20 anni, Progetto Itaca porta avanti su tanti fronti.
In particolare, la serata dello scorso 30 novembre ha acceso i riflettori su due progetti legati allo sviluppo dell’autonomia sociale e lavorativa di persone che soffrono di disturbi mentali: JOB Stations e Club Itaca.
Il progetto JOB Stations nasce nel 2012 in collaborazione con Fondazione Italiana Accenture per combattere lo stigma e l’esclusione sociale delle persone con disabilità psichica attraverso opportunità professionali concrete che rappresentano il primo passo verso il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro e per il recupero del diritto di cittadinanza attiva. Le JOB Stations sono centri di smart working gestiti da organizzazioni specializzate sulla gestione della salute mentale, dove le persone con storie di disagio psichico possono lavorare al meglio, grazie al supporto di Tutor esperti in ambito psicologico, in costante contatto con le aziende
In una prima fase il lavoro viene svolto nell’ambiente sicuro della JOB Station, con l’obiettivo ultimo, però, di favorire l’inserimento a tutti gli effetti in azienda. A oggi sono state attivate 6 JOB Stations in 5 diverse città italiane e sono state inserite con successo in 19 organizzazioni 97 persone.
Club Itaca è un centro per lo sviluppo dell’autonomia socio lavorativa di persone con una storia di disagio psichico. Nato nel 2005 per volontà di Progetto Itaca, si è sviluppato sul modello di integrazione sociale elaborato da Clubhouse International, un organismo che coordina più di 300 centri in tutto il mondo. La Clubhouse è una struttura diurna, non sanitaria, gestita con la formula del club, in cui i Soci si impegnano all’interno di unità di lavoro. Tutte le attività sono finalizzate al recupero del ritmo di vita e della sicurezza in sé. Vengono sviluppate capacità sociali e abilità specifiche al fine di accrescere l’autonomia della persona e, quando possibile, affrontare un lavoro in azienda. L’idea su cui si fonda Club Itaca è semplice: anche le persone che convivono con un disagio psichico hanno diritto a integrarsi nella società, realizzarsi nel lavoro, avere amici ed essere felici.